I fiori d’inverno di Giorgio Armani
“Ifiori di inverno non ci sono, li ho inventati io!”, scherza Giorgio Armani al termine della sfilata della collezione per il prossimo inverno, una visione di composta bellezza che si muove tra neri velluti e petali colorati di fronte a occhi di ospiti come Cate Blanchett.
Simbolica, per Armani, la scelta dei fiori: “ricordano una stagione migliore o preannunciano comunque – sottolinea -una stagione migliore”. Una speranza nutrita dall’amore per la moda e quello per la natura che “mi ha sempre appoggiato nelle mie scelte, è qualcosa che si trasforma in tessuto, colore, atteggiamento, suggerisce un’atmosfera, la natura è dove viviamo e vogliamo continuare a viverla senza esasperazioni che – è il suo credo – non sono assolutamente necessari”.
Così sulla sua passerella nulla cede all’eccesso o all’ostentazione mai: sono creature che si muovono tra pantaloni di shantung di seta e reti di fiori quelle che si mostrano al pubblico dell’Armani Teatro, mai fuori posto, mai fuori dalle righe. Lo show non a caso viene aperto da Gina Di Bernardo, una donna profondamente Armani, volto intramontabile delle campagne pubblicitarie tra gli anni ’80 e ’90.
E lo show è un susseguirsi di fiori che sbocciano anche nel pieno dell’inverno, si posano sugli abiti insieme alle libellule, sottolineando lo spirito di rinascita della collezione, il senso di eleganza fluida e armonica che è l’essenza del lavoro di Giorgio Armani.
La silhouette si allunga e si libra con maniche svasate, lunghi cappotti, pantaloni liquidi, mentre di sera gli abiti lunghi e preziosi disegnano una figura slanciata e poetica.